Dipartimento adozioni – Giorgia e Coki
[:it]Questa volta vi vogliamo raccontare una storia di adozione in un modo diverso. Abbiamo intervistato Giorgia Trento adottante di Coki per conoscerla un pò meglio e raccontare le motivazioni che l’hanno spinta ad adottare la cagnolina Coki.
Raccontaci un pò di te e della tua vita.
Nella vita lavoro come consulente in Maserati nel dipartimento ICT (informatica) e mi occupo di gestire progetti per l’area sviluppo prodotto/ingegneria (dove fanno test su vetture sperimentali per intenderci). Ormai sono da 6 anni nel settore automotive e mi è sempre piaciuto da morire come ambiente, stimolante e dinamico. Sono anche volontaria nel canile Punto & Virgola di Magreta (Mo), ho iniziato l’anno scorso a seguire le adozioni: parlo con le persone in cerca di un cane, fisso gli appuntamenti e organizzo i percorsi di adozione in canile, assieme a tutto il resto del team adozioni dell’associazione “4 Zampe per l’Emilia”. Il sabato di solito è la giornata che dedico ad appuntamenti, prove a casa, preaffidi, la domenica quella in cui passeggio con i “miei” cani in canile. E poi ovviamente ci sono anche i “miei” cani di casa!
Perché hai deciso di adottare Coki?
L’ho portata a casa con me a Luglio 2020. Ero in un momento della vita in cui ho maturato questa decisione perchè si sono incastrate bene alcune situazioni lavorative e personali. In realtà da tempo avevo una gran voglia di “allargare la famiglia” (da 2 anni vivevo da sola con Loras, mix pastore maschio adottato sempre al canile di Magreta nel 2018 e lo smartworking mi ha consentito di pensare di poter gestire un secondo inserimento con più facilità. Ma Coki non è stata la prima scelta e tantomeno la più ovvia per diversi motivi. Innanzitutto aveva una richiesta d’adozione, un percorso iniziato poco prima della sua seconda operazione, inoltre per caratteristiche non sembrava nemmeno la scelta più idonea per la mia situazione: da sempre infatti Coki era stata valutata adatta esclusivamente ad un contesto in cui potesse essere “figlia unica”, pareva proprio non compatibile con altri cani in ottica di convivenza. Ma quando anche quella richiesta di adozione è sfumata, ho deciso di provarci. Ho chiesto alla nostra educatrice Alessia di organizzare una “prova compatibilità” con il mio maschio, che è andata meglio di quanto ci aspettassimo. Da lì è seguito un percorso di prove a casa, un inserimento graduale per abituarla sia all’ambiente domestico che non aveva mai visto e soprattutto a Loras, prima dell’adozione. E che dire, ci ha veramente sorpresi tutti.
Perché proprio lei fra tante?
Probabilmente ognuno lo dice dei propri cani ma lei per me, è veramente speciale. Nonostante ne abbia passate tante, ma davvero tante, ha dimostrato un carattere, una forza e uno spirito di adattamento eccezionale, da lei c’è solo da guardare e imparare il significato della parola “resilienza”. Era arrivata in canile all’età di 3 anni, isolata e mai considerata dalla sua ex famiglia, quando è arrivata era (giustamente) infuriata col mondo e col genere umano, per cui è stato fatto un lavoro di recupero comportamentale, al termine del quale, ad un passo dal dichiararla pronta per l’adozione, si è scoperto il problema ortopedico. Una displasia bilaterale con artosi coxo femorale di 4° grado. Grave, invalidante e molto dolorosa, non più trattabile solo con antinfiammatori e antidolorifici. Da lì a breve le avrebbe impedito di continuare a camminare.
Quanto hanno inciso sulla tua scelta i suoi problemi ortopedici?
Hanno inciso sicuramente… volevo dedicarmi a lei qualsiasi fossero le sue necessità. La “clinica veterinaria In Movimento” vicino a casa mia, si occupa proprio di Osteopatia e Fisioterapia, è stato un supporto fondamentale nei mesi successivi e da loro mi sono informata prima di adottarla, mi hanno parlato di esercizi per aiutarla a recuperare lo schema motorio corretto e di come mantenere il giusto tono muscolare per evitare problemi alle ginocchia, che causa proprio il periodo di sovraccarico precedente all’intervento, sono diventate delicate e facilmente soggette a distorsioni. D’altra parte mi ero già resa conto che nonostante la sua oggettiva bellezza, l’operazione fosse pienamente andata a buon fine e lei caratterialmente fosse davvero fantastica, passavano i mesi eppure le richieste di adozione non fioccavano.
Forse è una domanda scontata ma ti va di raccontarci quanto è cambiata la vita di Coki dopo l’adozione? Come si svolgevano le sue giornate in canile e come si articolano adesso che fa parte della tua famiglia?
Non è una domanda scontata. La vita di un cane di canile è di per sè limitata, la vita di un cane di canile con un problema ortopedico lo è doppiamente perchè è spesso privato delle possibilità offerte dai volontari agli altri cani senza famiglia: le passeggiate fuori dal canile, impossibile che potesse correre e saltare; ha vissuto una vita molto limitata. Dopo l’operazione, superata la fase di degenza e ora che fa parte della mia famiglia, le giornate son cambiate eccome……….lei è una cagnolina diversa. Finalmente può fare tutte le esperienze che per troppo tempo le sono state negate. Fuori ha un entusiasmo difficile da contenere e in casa è di una dolcezza unica. Oggi ama le persone e non appena qualcuno le fa un mezzo complimento le si illuminano gli occhi, é proprio una prima donna! L’inserimento con Loras è andato oltre ogni più rosea aspettativa, sono inseparabili e fanno tutto insieme. Non conosceva il mondo eppure in pochi mesi abbiamo visto mare, cascate, montagna, lago. Che dire… sono grata di averla a casa con me.
La Fondazione ha contribuito al suo intervento di protesi all’anca nell’ambito di un’attività legata al Dipartimento Adozioni nato per offrire supporto alle associazioni e ai cani e gatti abbandonati, per fronteggiare le spese di esami diagnostici costosi e interventi chirurgici complessi. Quanto è importante un servizio del genere? Perché?
Per un motivo molto semplice, senza questo intervento l’unica alternativa sarebbe stata una condanna: una vita limitata, fatta di dolore e poi nel giro di poco la soppressione, vista la gravità delle sue condizioni. Opzione non accettabile e mai presa in considerazione. Ma una piccola associazione che si finanzia grazie alle donazioni non è in grado di fronteggiare da sola tutte le spese sanitarie e quelle ortopediche, sono proprio le più costose: solo i suoi interventi son costati circa 7000€, oltre alle visite e gli esami. Cifra che nemmeno si poteva immaginare di chiedere ad un eventuale adottante, non sarebbe mai arrivata. Operare cani con problemi ortopedici o di qualsiasi altra natura, significa ridargli una vita vera e concrete possibilità di adozione. Sono grata a tutti coloro i quali hanno donato a Coki una vita normale e ci sono stati accanto nei momenti più difficili: la Fondazione CAVE CANEM, i volontari e gli operatori del canile Punto & Virgola!
La Fondazione CAVE CANEM ONLUS lavora per migliorare la vita degli animali costretti a vivere in canile. Ci sforziamo per aumentare le possibilità di adozione ad ognuno dei cani che si imbattono sulla nostra strada. Storie come questa di Coki sono quelle che ci fanno andare avanti e continuare il nostro lavoro con determinazione ed entusiasmo.[:]